antalantal.mu

INTEGRATORE ALIMENTARE
GOCCE 30 ml
ANTALGICO – MIORILASSANTE
ANTINFIAMMATORIO

 

 

L’associazione sinergica di piante ad attività antinfiammatoria ed analgesica rende antal.mu un integratore utile nelle manifestazioni dolorose artro-reumatiche acute e croniche, nelle emicranie e nelle cefalee, nelle contrazioni dolorose della muscolatura striata, nelle manifestazioni dolorose post-traumatiche dei tessuti articolari.

SCHEDA PRODOTTO antal.mu

FORMA FARMACEUTICA

Flacone da 30ml

COMPOSIZIONE

Harpagophytum procumbens (artiglio del diavolo ) - radici
Humulus lupulus (luppolo) - infiorescenze
Boswellia carterii (albero dell’incenso) - resina
Lavandula officinalis (lavanda) - sommità fiorite
Uncaria tomentosa (uncaria) - radici
Tanacetum vulgare (tanaceto) - parti aeree
 

MODALITA' D'USO

10 gocce 3 volte al dì

PROPRIETA' DEI COMPONENTI

Harpagophytum procumbens:

Le proprietà dell’Arpagofito, definito “cortisone vegetale”, sono essenzialmente antinfiammatorie e analgesiche con particolare tropismo per il sistema osteoarticolare. Diverse sono state fino ad ora le ipotesi fatte sul meccanismo d’azione per l’effetto antinfiammatorio che rimane tuttavia ancora oscuro. L’Arpagofito è stato paragonato ai cortisonici, senza presentarne le controindicazioni, ma è controversa l’ipotesi di un coinvolgimento della cascata dell’acido arachidonico. L’efficacia è stata mostrata sia in studi farmacologici che clinici, tutti recentissimi e per la maggior parte controllati con placebo: la somministrazione di Arpagofito allevierebbe il dolore nei processi infiammatori cronici a carico delle articolazioni.

Humulus lupulus:

Ha effetto rilassante sulla muscolatura striata. Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia antinfiammatoria, come inibitorie delle COX 2 e delle PGE. Clinicamente testato ha dato esiti favorevoli nel trattamento dell’artrite.

Boswellia carterii:

Il potere antinfiammatorio e l’attività antiartritica della gommoresina della pianta sono dovute alla presenza di acidi triterpenici pentaciclici, gli acidi boswellici. Le proprietà antinfiammatorie degli acidi boswellici sono tra le più potenti dopo i principi attivi farmacologici. Uno dei meccanismi dimostrati è il blocco della sintesi dei prodotti della cascata dell’acido arachidonico per inibizione selettiva di uno degli enzimi, la lipossigenasi. Inoltre si ipotizza che gli acidi boswellici intervengano nel sito dell’infiammazione inibendo la anomala proliferazione del tessuto connettivo. Esistono studi comparativi dell’efficacia di preparazioni a base di estratto di Boswellia contro le principali molecole antinfiammatorie non steroidee (ibuprofene, ketoprofene, fenilbutazone, acido acetilsalicilico, etc). Questo meccanismo specifico di inibitore della cascata leucotrienica, rende la Boswellia un’alternativa efficace in trattamenti antinfiammatori, specie se prolungati, o di stati cronici per l’assenza di effetti collaterali.

Lavandula officinalis:

Studi confermano che l’olio essenziale di Lavanda possiede effetti analgesici ed antinfiammatori, legati principalmente alla frazione polifenolica. La letteratura segnala un miglioramento globale della sintomatologia dolorosa, dell’ansia, della depressione e la comparsa di uno stato di relativo benessere, in malati cronici affetti da patologia dolorosa.

Uncaria tomentosa:

I glicosidi dell’acido quinovico (o chinovico) esplicano fondamentalmente azione antivirale, antiedemigena ed antinfiammatoria. Le proprietà antinfiammatorie sarebbero da attribuire anche alla notevole presenza dei derivati del beta-sitosterolo. La dimostrazione di un reale effetto antinfiammatorio potrebbe spiegare l’impiego tradizionale dell’Uncaria nei dolori reumatici. Allo stato attuale delle ricerche la sua azione non semrra coinvolgere le prostaglandine ma sembra indirizzata ad una interazione con i 5-HT2 recettori ed una riduzione del TNF. A livello intestinale gli estratti a base di Uncaria tormentosa sono in grado di esercitare una azione antinfiammatoria, interferendo sul sistema del NF- kB.

Tanacetum vulgare:

Fin dai tempi antichi è stato utilizzato nel trattamento dell’emicrania e della cefalea, indicazione che la fitoterapia moderna ha riconosciuto come primaria della pianta. Studi clinici ne hanno infatti confermato l’efficacia. I sequiterpeni ed in particolare il partenolide è ritenuto il componente attivo responsabile di tale azione. Il meccanismo d’azione fino ad ora dimostrato è l’interferenza del partenolide con la cascata dell’acido arachidonico ed in particolare l’inibizione della sintesi delle prostaglandine, mediata da un effetto inibitorio sulla fosfolipasi A2. A questa azione antinfiammatoria del partenolide sembra contribuire anche una interferenza con gli enzimi 5-lipossigenasi e un’attivazione della ciclossigenasi e della nitrossido sintetasi. La complessità d’azione ha reso necessari ulteriori approfondimenti che sono tuttora in corso: il partenolide ha infatti mostrato di inibire anche l’aggregazione piastrinica e il rilascio di serotonina in studi farmacologici.

CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI

Alle dosi consigliate non sono noti effetti indesiderati. In gravidanza e durante l’allattamento consultare il medico.